La Storia
IL PALIO DI FERRARA, STATUITO NEL 1279
Il Palio Antico
Risale alle ricostruzioni parziali, stereotipate e lacunose della storiografia locale dei primi decenni del Novecento la vulgata di un’origine del palio ferrarese legata alla famosa battaglia di Cassano d’Adda nel settembre 1259, quando il marchese Azzo VII Novello d’Este – signore di Ferrara e comandante dello schieramento guelfo dei Cavalieri di San Pietro – sbaragliò la compagine ghibellina del terribile Ezzelino da Romano. Sul piano delle fonti documentarie primarie, non è possibile avallare l’inveterata tradizione secondo la quale, per accogliere il proprio sovrano vincitore, il popolo ferrarese avrebbe organizzato festose corse di fanti, fantesche, somari e di cavalli. La prima attestazione ufficiale sulle competizioni equestri cittadine risale al 1279, quando si decise di codificare negli Statuti municipali una tradizione forse già in atto da alcuni anni.
Le disposizioni statutarie riferivano infatti di due ricorrenze ben precise festeggiate con le gare dei barberi: il 24 aprile, giorno del santo patrono Giorgio e il 15 agosto, in onore della Vergine Assunta. Nel primo caso al vincitore spettava l’ambito premio del “pallium” (un prezioso drappo di stoffa), mentre al secondo e terzo classificato spettavano una porchetta e un gallo; nelle corse agostane, invece, un ronzino, uno sparviero e due bracchi erano i premi spettanti ai primi tre vincitori. Le corse si disputarono assiduamente nel corso del XV, XVI e buona parte del XVII secolo, spesso utilizzate per sottolineare avvenimenti particolari come nascite, matrimoni, visite di personaggi importanti e nemmeno le disastrose rotte del Po potevano fermare la festa, che veniva semplicemente rinviata.
Il Palio Moderno
Le gare ripresero solo nel 1933 e – eccetto per le interruzioni causate dagli eventi bellici – hanno continuato ad animare la vita della città di Ferrara sino ad oggi. L’edizione “moderna” del Palio di Ferrara si corre stabilmente l’ultima domenica di maggio, in memoria dello straordinario Palio corso nel 1471, per festeggiare l’allora marchese Borso d’Este allorché ricevette da papa Paolo II l’investitura a primo duca di Ferrara. Il Palio è peculiare per il tipo di corsa, che è corsa di festa a differenza di molti palii guerrieri, che prevedono invece l’impiego del “saraceno” o di qualche altro nemico da battere con la lancia. È un momento particolare ed importante per la città che si veste dei colori delle contrade, pronte a scendere in piazza per guadagnare l’agognato palio, ma anche – e soprattutto – per fare festa e ricordare il Rinascimento, un tempo in cui Ferrara brillava tra le capitali, in Italia e in Europa.
Il Palio Oggi
Ad oggi i palii contesi in Piazza Ariostea l’ultima domenica di maggio sono quattro, come tramandato dalle cronache e dagli statuti del XV secolo: quello verde dedicato a San Paolo per la corsa delle putte, quello rosso di San Romano per la corsa dei putti, quello bianco dedicato a San Maurelio per la corsa delle asine ed infine quello giallo (o dorato) di San Giorgio per la corsa dei cavalli. I palii sono contesi dai quattro rioni con territorio entro le mura: San Benedetto (bianco-azzurro), Santa Maria in Vado (giallo-viola), San Paolo (bianco-nero) e Santo Spirito (giallo-verde); e dai quattro borghi situati al di fuori delle mura: San Giacomo (giallo-blu), San Giorgio (giallo-rosso), San Giovanni (rosso-blu) e San Luca (rosso-verde). Vengono disputate anche gare di sbandieratori e di musici, che vedono di fronte le rappresentanze delle otto contrade in sette specialità: Singolo Tradizionale, Doppio Tradizionale, Piccola Squadra, Grande Squadra, Musici, Coreografica ed assegnazione della “Combinata” (somma dei migliori punteggi ottenuti).
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